LA PAGELLA
23 febbraio 2025 – 7a domenica del Tempo Ordinario
VANGELO
Dal Vangelo secondo Luca – In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
RIFLESSIONE
Ma Dio ci vuole buoni o stupidi? Porgi l’altra guancia… Fai del bene a chi ti fa del male… Prega per i tuoi nemici… Siamo sicuri di essere d’accordo con Gesù? Io non lo so.
Un Dio che fa il “maestro esigente” ci dà un po’ fastidio.
Ci va meglio un “buon pastore” con le caprette che fanno ciao, più emozionale e meno responsabilizzante.
Io, che sono nel giusto, dovrei perdonare?
Io, che faccio mille sacrifici, dovrei prestare senza interessi?
Io penso a me, non faccio male a nessuno e sono apposto!
Io, io, io… e se fosse proprio questo il punto debole?
Porgere l’altra guancia è un regalo da fare a se stessi perché prendere una sberla fa rendere conto di avere la faccia.
Quando a colpire non sono gli altri, ma è la vita che dà pugni, o gli eventi, i sentimenti, la salute, le delusioni, le frustrazioni, non è facile riuscire a stare a testa alta.
Abbiamo bisogno di un “maestro esigente” che ci educhi. Il Vangelo non impone regole, ma suggerisce uno stile (siate misericordiosi “come” è misericordioso il Padre).
Ho trovato una sbiadita vecchia pagella di inizio secolo. Non si accontentava di rendicontare risultati con i voti, ma sul retro offriva un elenco di “massime per l’alunno”.
All’inizio c’è un invito ad amare la vita che è sempre una scuola “che pone in grado di soddisfare a tanti bisogni e ti procura il modo di rendere più bella e gradita l’esistenza”.
Si parte innanzitutto da se stessi: “Il primo segno di rispetto è la pulizia della pelle, la bellezza degli abiti, la compostezza della persona”.
Essenziale poi è il senso di gratitudine: “Il maestro si adopera per la tua educazione e istruzione: amalo e rispettalo”.
La riconoscenza diventa premura verso i compagni e si allarga al mondo: “Ama l’umanità: dovunque un uomo soffre o è ferito dall’ingiustizia, lì c’è un tuo fratello”.
Quindi si ritorna al “sé” con l’impegno di qualità maggiore: “Ama il lavoro come sorgente di diletto. Non mentire mai, poiché la menzogna è espressione di viltà. Chi la dura (=resiste) la vince. Costanza vince ignoranza. La fatica promette il premio, ma la perseveranza lo porge. La cattiva compagnia conduce alla rovina. L’ozio è il padre dei vizi”.
È una verità vecchia eppure modernamente da riscoprire.
Una mano verso la guancia può essere sberla, ma il medesimo gesto può essere un accarezzare amoroso, il pulire premuroso, l’asciugare una lacrima, un donare comprensione silenziosa. Dicendo “porgere la guancia” noi pensiamo subito al male, ma i gesti che fanno bene sono di più, più normali, più soliti.
Il Vangelo ci offre proprio questa lezione. “Non fare agli altri quello che non vuoi che facciano a te” dicono tutti, ma la frase originaria del Vangelo non è così, c’è scritto il contrario, in positivo: “Quello che volete che gli altri facciano a voi, voi fatelo a loro”. Tanta roba!
Radicalmente più impegnativo, straordinariamente motivante perché chiede di metterci la faccia, infatti non è facile prendere una sberla ma neanche ricevere e dare una carezza.
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CELEBRAZIONE DELLA MESSA
Parrocchia della MADONNA DEL BOSCO
BERGAMO, zona Astino, via Madonna del Bosco 58
Sabato – NO
Domenica – SOLO ore 18 – NO alle 10