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Ho ragione o sbaglio?

HO RAGIONE O SBAGLIO?
2 marzo 2025 – 8a domenica del Tempo Ordinario C

VANGELO

Dal Vangelo secondo Luca – Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

RIFLESSIONE

In una discussione tra una coppia di amici, il marito ha sbottato: “Ho ragione o sbaglio?”. La moglie pacata ha gli risposto: “Hai ragione, sbagli!”.

Ogni rapporto di amore si equilibra in uno scambio di fragilità: si firma la divisione dei beni e si vive la comunione di mali.

In questa giornata di Carnevale, le maschere dei bambini – che almeno sono dichiarate e simpatiche rispetto a quelle messe dagli adulti ogni giorno per mediocrità e ipocrisia – fanno riflettere sulle percezioni deformate della realtà. Sono gli stessi problemi di vista di cui ci parla il Vangelo.

Le persone diventano cieche davanti ai propri errori, ma mai mute per gli errori degli altri. Ci vedono benissimo.

Conosciamo il nome di una persona, ma non la sua storia.

Conosciamo cosa ha fatto, ma non cosa ha passato.

Conosciamo dove sta o dove è arrivata, ma non i suoi tornanti.

Conosciamo i suoi sorrisi di facciata, non le ferite nascoste.

Conosciamo ciò che vuole mostrare, non la sua anima segreta.

Ancora una volta ha ragione Gesù: Come può un cieco guidare un altro cieco? Prima di dire a qualcuno: “Hai una ciglia/pagliuzza nell’occhio” togli la trave dal tuo e ci vedrai bene!

Per curare questa difficoltà visiva Gesù ci consiglia un collirio particolare: l’autocoscienza della fragilità.

Ognuno di noi può scegliere se essere l’uomo buono che trae il bene per sé dallo scrigno della propria fragilità o l’uomo malvagio ne trae il male per gli altri.

Un giornalista intervistando Franco Battiato partì dal testo della sua canzone “La cura” e gli chiese: “Lei canta: «Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai, ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore, dalle ossessioni delle tue manie e guarirai da tutte le malattie perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te!». Come è possibile essere speciali se c’è tanta fragilità?”.

Il maestro gli rispose: “Se il latte va male, diventa yogurt. Lo yogurt è più costoso del latte.

Se peggiora ancora diventa formaggio e il formaggio è più caro sia dello yogurt che del latte.

Se il succo d’uva si rovina, fermentando per acidità, si trasforma in vino, che è più apprezzato del mosto.

Gli errori sono esperienze che plasmano. La fragilità non rende cattivi, ma sensibili.

Cristoforo Colombo fece un errore di navigazione e andando nella direzione sbagliata trovò l’America.

Fu per un errore che Alexander Fleming scoprì la penicillina.

Edison a coloro che lo deridevano per i suoi esperimenti rispondeva: «Non ho fallito. Ho solamente trovato 1999 modi su come non va fatta una lampadina». E poi ci riuscì.

Non lasciarti abbattere: gli errori sono ciò che rende migliori”.

Se dal tuo occhio togli una trave poi puoi usarla per rafforzare, sostenere, equilibrare scelte, relazioni, aspirazioni. Con un battufolo/pagliuzza invece non ci puoi fare nulla.

Ho ragione o sbaglio? Hai ragione, sbagli!

Ma è appoggiando fragilità a fragilità che si sostiene il mondo.

 

 

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CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Sabato – ore 18

Domenica – ore 10 e 18