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Equilibrio realista

EQUILIBRIO REALISTA – 23 giugno 2024

12ma domenica del Tempo Ordinario B

VANGELO

Dal Vangelo secondo Marco – In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

RIFLESSIONE

L’immagine della barca sballottata dalla tempesta ci rappresenta in tante situazioni in cui ci sembra di affondare.

Ci sono modi diversi di reagire all’ansia delle contrarietà: “il pessimista si lamenta del vento, l’ottimista aspetta che cambi, il realista aggiusta le vele” (William Arthur Ward).

Gesù che dorme non suggerisce un menefreghismo rassegnato, una serenità sdolcinata, un irenismo religioso illusorio, ma insegna l’equilibrio realista di chi attraversa le situazioni perché conosce bene la sua barca, i compagni, il mare.

Quando emergono scogli inaspettati da nebbie infingarde, quando il vento è contrario e le onde emotive fanno paura, quando imbarcazioni più possenti sono in rotta di collisione, determinante è la consapevolezza.

Non puoi tornare indietro, non puoi disinnescare le maree, non puoi cambiare il meteo e allora hai una sola possibilità: gestire te stesso.

Se diciamo che Dio è “padre nostro” e ci crediamo suoi figli, come Gesù, allora anche di noi si può dire: “Chi è costui a cui anche il vento e il mare obbediscono?”.

Questo è il potere della fede. Questo è l’equilibrio realista. Questa è la capacità di aggiustare le vele.

L’equilibrio realista della serena consapevolezza di Gesù è la scelta di dedicare tempo a farsi domande su se stessi: come sto davvero? cosa sto passando? come reagisco?

È la coscienza sia delle riserve di carburante e di viveri nella barca del quotidiano, sia che non si può imbarcare tutto e tutti, altrimenti si affonda per il peso della troppa zavorra.

L’equilibrio realista della serena consapevolezza di Gesù è la scelta di dedicare tempo a farsi domande sulle relazioni, cercando di capire chi e come sono le persone con me.

È l’abilità di tenere il timone della vita con equilibrio tra forza tenace e flessibilità paziente, capendo anche quando bisogna gettare l’ancora e fermarsi. Gli apostoli chiedono a Gesù: ma ti importa davvero di noi? Io mi devo domandare: considero gli altri compagni o mozzi? Sono scialuppe che devono affogare per tenere a galla me? Sono accessori del mio viaggio alle mie condizioni o esigenze?

L’equilibrio realista della serena consapevolezza di Gesù è la scelta di dedicare tempo a farsi domande su Dio, per sapere sempre dove è il nord nonostante buio o tempeste.

È il coraggio di lasciarsi interpellare da un infinito che avvolge come una barca ha sotto l’abisso del mare da cui pescare e ha sopra l’immensità dell’orizzonte da cui farsi guidare. Significa saper mettere in discussione la rotta e saper modificare le aspettative, ma tenendo fissa la meta. L’alternativa è accontentarsi di galleggiare, girando sicuri attorno a una boa, illudendosi di navigare.

L’equilibrio realista dona la serena consapevolezza di Gesù, solo se non si sopporta il pessimista che si lamenta del vento, né l’ottimista che aspetta che cambi, ma si aggiustano le vele.