È possibile chiedere di celebrare una MESSA indicando una data desiderata
- nel ricordo dei propri defunti
- per affidare persone viventi
- per presentare un bisogno
- per invocare aiuto in una necessità
- per rendere grazie
- per un’intenzione particolare
Oppure uniti a distanza attraverso la preghiera della comunità, si può far accendere una CANDELINA alla Madonna del bosco con una dedica particolare
Inviare le richieste via mail a santamariaalbosco@diocesibg.it
Chi lo desidera, può fare UN’OFFERTA come gesto di carità.
Fare il bene, fa bene e porta bene. Donare sorrisi a chi ha bisogno attira le benedizioni di Dio.
Sono possibili tre modi:
1) con IBAN – IT36Z0503411108000000000138 – intestato a Parrocchia Natività di Maria Ss.ma in Bergamo (Madonna al bosco)
2) con il LINK seguente che rimanda al sito SumUp per le carte di credito https://pay.sumup.com/b2c/Q43PJ7SC
3) inquadrando un QR CODE allegato: uno funziona da POS SumUp per le carte di credito, l’altro rimanda alla APP di PAYPAL
Quanto costa una Messa?
“Voglio far dire una Messa per un morto: quanto costa?”. Questa è una frase che noi preti ci sentiamo dire spesso. Innanzitutto la Messa non ha prezzo. È affidare un’intenzione particolare alla comunità in modo che il ricordo personale diventi preghiera di un coro di voci e sia posta sull’altare, cioè scritta nel cuore di Dio. L’offerta libera è un gesto simbolico perché la preghiera diventi carità, cioè faccio in modo che la mia lacrima per la tristezza del distacco da una persona cara diventi una carezza per qualcuno che è nel bisogno. Un vecchio detto sacerdotale dice: “Ciò che viene dall’altare, deve tornare all’altare”: i soldi che un prete riceve per la Messa non sono per lui, ma “per l’altare”, cioè per la carità verso chi è bisognoso o per le diverse necessità della comunità.
Che senso ha far dire una Messa? Quando una persona a cui voglio bene compie gli anni o celebra una data importante, faccio un regalino, offro un pensiero di riconoscenza. La data della morte per noi cristiani è “il nuovo compleanno” dei nostri cari, è la loro nascita nella vita nuova. Per questo i Santi vengono segnati sul calendario appunto nel loro “dies natalis”, il giorno della nascita al cielo, cioè il giorno della morte. Far celebrare una Messa è un “regalo” che faccio a chi voglio bene. Ogni regalo fa sbocciare un sorriso. La Messa è un sorriso di risurrezione. Attraverso i sacerdoti che conoscono i segreti dei bisogni di tante persone, qualcuno può avere respiri di sollievo e di speranza. La Messa è un gesto di amore concreto dimostrato in modo nuovo. Una lacrima evapora, un fiore sulla tomba appassisce, una preghiera arriva dritta al cuore di Dio e rimane come sorriso. Fare il bene fa bene e porta bene.
Ma si possono far dire Messe anche per i vivi? Certo, il ricordo nella Messa per tradizione è legato alla memoria dei defunti, ma la preghiera della comunità, impreziosita dal gesto della carità, è possibile chiederla per ogni esigenza, per la sofferenza di qualcuno, per qualche necessità particolare, per rafforzare la speranza. È un modo per dire: io da solo non ce la faccio, per me questa cosa è molto importante, ho bisogno dell’aiuto della comunità per sostenere la mia preghiera, per insistere con il Signore. Ha detto Gesù: “Dove due o più sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro e se si accorderanno nel chiedere qualcosa, io li ascolterò”.
Se nella Messa si dicono più nomi il valore non cambia. Il ricordo comunitario può avere diverse intenzioni, ma il sacerdote è tenuto a dire una Messa per ogni defunto. Se la parrocchia è piccola ne fa il ricordo durante la settimana quando non c’è una richiesta esplicita per una data particolare. Dove non riesce deve affidare il ricordo ad altri preti, magari missionari e diventa un ulteriore modo di aiuto.