CONFETTI – 5 maggio 2024
6a domenica del tempo pasquale B
VANGELO
Dal Vangelo secondo Giovanni -In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri»
RIFLESSIONE
“Tornati dalla luna di miele, sparisce il miele e restano le lune. Finiti i confetti, rimangono i difetti”, recita un proverbio.
La parola “amore” è molto ripetuta oggi nella Parola di Dio. Solo nelle favole basta l’emozione per stare insieme. Gli ostacoli posti dalle circostanze, dal tempo, dagli altri e da se stessi si vincono solo con stima ostinata e caparbia, confronto sulle esigenze, coraggio nel rispetto delle diversità, grinta per portare un peso doppio quando l’altro non riesce.
I principi azzurri e le principesse fatate non lo sanno fare, ma Dio sì e lo fa proprio con noi: “amatevi come io vi amo”. Si offre come stile e criterio relazionale non solo in coppia ma anche nell’amicizia, nel lavoro, nella società.
Regalare i confetti quando la vita inizia, quando si realizza (come alla laurea), quando si completa (come nel matrimonio) è un gesto che nasconde un significato profondo.
Il mandorlo è il primo albero a fiorire appena viene primavera e incanta. Poi invece è l’ultimo a fare frutto. Chiede attesa e pazienza davanti al vuoto. Ha bisogno di tempi lunghi.
Dice Gesù: io ho scelto voi come amici, non come servi, perché il conoscersi a fondo possa fare frutto.
Quando però finalmente arriva il frutto del mandorlo, delude. Aprendolo ti sporchi ed è immangiabile: butti via tutto e resta solo un nocciolo duro da spaccare se vuoi la mandorla. I problemi spiazzano quando meno te lo aspetti e il mandorlo fa capire che da solo non ce la fai, ti serve anche chi rompe.
Il guscio duro del non riuscire in tutto, delle incapacità, delle mancanze, delle fragilità, delle delusioni, si spezza col completarsi a vicenda affidandosi alle capacità dell’altro, col coraggio di chiedere aiuto e la riconoscenza nell’ottenerlo.
Dice Gesù: non c’è amore più grande che dare la propria vita.
C’è quindi un plus. Ciò che fa della mandorla un confetto è il bianco perlato dello zucchero: è luce che avvolge le fatiche ed è dolcezza per vincere il sapore amaro di tanti bocconi da inghiottire e non sempre facili da digerire. È il darsi corpo e anima (in ebraico sarebbe carne e sangue).
Dice Gesù: osservare i comandamenti è rimanere nell’amore perché la MIA gioia sia in voi e la VOSTRA gioia sia piena.
La gioia “piena” è legata al “rimanere” (lo ripete il Vangelo): allo starci dentro comunque, all’esserci nonostante tutto, al riprovarci mettendosi sempre e di nuovo in questione.
Non è allegria garantita, non è effervescenza sdolcinata, non è benessere appagante, ma è forza interiore “divina” con le tre tappe per fare i confetti: attesa tenace nella fiducia, condivisione che completa, scelta che si rinnova ogni giorno nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia.
Nel romanzo “Le pagine della nostra vita”, Nicolas Sparks descrive così una coppia: “Si perdevano solo per trovarsi, si lasciavano per riabbracciarsi, si odiavano per amarsi: erano strani quei due tanto da farmi credere che il vero amore esistesse”.
Se nella realtà finiti i confetti rimangono i difetti, è anche vero che per l’anima i confetti fanno digerire i difetti.