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Stare da Dio

STARE DA DIO – 26 maggio 2024

Solennità della Santissima Trinità

VANGELO
Dal Vangelo secondo Matteo – In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

RIFLESSIONE

Il film “Love Actually – L’amore davvero” (2003) inizia con una serie di abbracci, baci, sorrisi, occhi luccicanti e la voce del protagonista, da fuori campo, commenta:

“Ogni volta che sono depresso per come vanno le cose, penso all’area degli arrivi dell’aeroporto di Heathrow. È opinione generale che ormai viviamo in un mondo fatto di odio e avidità, ma io non sono d’accordo.  Per me l’amore è dappertutto. Spesso non è particolarmente nobile o degno di nota ma comunque c’è: padri e figli, madri e figlie, mariti e mogli, fidanzati, fidanzate, amici. Quando sono state colpite le torri gemelle per quanto ne so, nessuna delle persone che stava per morire ha telefonato per parlare di odio o vendetta, erano tutti messaggi d’amore. Io ho la strana sensazione che, se lo cerchi scoprirai che l’amore davvero è dappertutto”.

È una dimensione interiore che “fa stare da Dio”.

Questa per me è una traccia del mistero di un Dio Trinità che è unità nella differenza tanto da essere unione-con (comunione).

Un amico prete, fra Renato, nella sua saggezza francescana, rifletteva in un’omelia: i nostri figli li chiamiamo bambini, quelli dei gatti gattini, quelli dei cani cagnolini, quelli dei pesci pesciolini. Come si chiamano i figli di Dio? Credenti? No. Cristiani? No. Fedeli? No. Si chiamano “Dei”.

Se noi diciamo che Dio ci è Padre e che Gesù ci è fratello allora siamo generati dallo Spirito Santo come Dei.

Se è così, è un sacrilegio non avere rispetto verso gli altri, ma allo stesso modo non coltivare l’autostima, non avere cura di sé, non impegnarsi per il proprio meglio.

Se non si comprende questa dignità si finisce incantati da idoli che lasciano la doratura sulle dita quando li tocchi con mano. “È un grande errore credersi più di quel che si è, ma anche apprezzarsi meno di quel che si vale” (J. W. Goethe).

Gli idoli luccicano, noi in quanto figli di Dio siamo preziosi, perché siamo impastati di Dio, a sua immagine e somiglianza.

Abbiamo curato la nostra vita nel cammino di quaresima, abbiamo ricevuto una promessa di pienezza nella Pasqua di risurrezione per una primavera di germogli di vita nuova, ci siamo proiettati a una qualità alta con l’ascensione in cielo cogliendo le potenzialità come scintille della Pentecoste. Ma qualcuno si è reso conto che abbiamo celebrato questo?

Nel Ramadan chiunque ha a che fare con un islamico si accorge che lui sta vivendo un periodo di spiritualità intenso. Chi ha incontrato noi in quaresima, in settimana santa o nel tempo pasquale ha notato qualche cosa di diverso?

Con la stessa facilità con cui diciamo a Dio “Padre nostro”, ci rendiamo conto di essere figli di Dio? Ci consideriamo così?

Non siamo dei chiunque, ma siamo Dei comunque.

Viviamo correndo, urtando, urlando, sgomitando, pretendendo. Quanto ci sciupiamo e ci svendiamo, mentre basterebbe andare ogni tanto in un aeroporto o in una stazione per accorgerci che siamo fatti di pazienza, attesa, sorrisi, affetti, legami, abbracci, carezze, baci, dialoghi, galanteria, cortesia, premura, generosità, attenzione, comprensione, aiuto a portare i pesi.

È il DNA divino in noi che quando esce ci fa rendere conto che l’amore è dappertutto e che basta poco per “stare da Dio”.

VIDEO DEL FILM

https://youtu.be/qS2ifGboO-Y?si=joF5ngAEGD7r8yWK