LA LUCE GIUSTA – 14 aprile 2024
Terza domenica del tempo pasquale
VANGELO
Dal Vangelo secondo Luca – In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; lo prese e lo mangiò davanti a loro. Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
RIFLESSIONE
“Il colore è vita. Il colore può essere usato da chiunque ma solo a chi lo ama e adora svela il suo profondo mistero manifestando la sua bellezza e la sua profonda intima essenza. Come l’intonazione conferisce colore alla parola parlata, così il colore conferisce un suono spirituale alle forme”.
Sono parole dell’artista svizzero Johannes Itten che teorizza con le sue opere la potenza creativa della luce.
Noi siamo spesso rassegnati a campare in bianco e nero, chiusi nel grigiume, spaventati da fantasmi. Come i discepoli.
Il risorto, come schizzo di colore, squarcia di luce il buio della realtà per conferire un suono spirituale alle nostre forme.
Per dimostrare la sua teoria Itten organizzò una cena alla quale invitò alcuni critici, detrattori delle sue idee. Fece servire del prosciutto crudo con dell’insalata.
Intanto però illuminò la sala con una luce rossa. Le fette sembravano carne appena tagliata con sangue vivo e le foglie avevano l’aspetto della pelle di una rana. Chiese: “Come mai non mangiate? Non avete appetito?”.
Cambiò l’illuminazione e accese delle lampade verdi. Il prosciutto appariva schifosamente marrone e l’insalata pareva plastica. Ribatté: “Mah, non è buono?”.
Finalmente accese una luce bianca, calda, e il prosciutto mostrò tutta la sua appetitosità gustosa.
Spesso vediamo solo schifezze perché non c’è la luce giusta.
Il risorto non cambia la realtà, ma ce la fa vedere nel modo migliore per scoprirne la verità. Aveva ragione Itten: “Dipende proprio tutto dalla luce!”.
Forse ci hanno fregato da piccoli obbligandoci con i colori a stare rigorosamente dentro i margini di un disegno già fatto, vedendo il nero come riga che limita o macchia che rovina.
Ma la vita non è così, è fatta di guizzi, di schizzi, di pennellate: c’è chi giudica questo sempre e solo come sbavature sbagliate e chi invece si lascia interpellare fino a farsi meravigliare.
Il nero non è solo riga o macchia, ma è colore da usare. Se plasmato diventa sfumatura che offre volume e movimento.
Il nero addirittura può allargarsi talmente da diventare sfondo con la magia di far splendere di più tutti gli altri colori.
Gesù risorto, mostrando le ferite e il cuore squarciato, ci insegna a prendere il nero della vita come fondale e ad appoggiarci sopra la quotidianità con le infinite sfumature di colori caldi e freddi, con i suoi tratti a volte incomprensibili tra mille dettagli armoniosi e spazi ancora vuoti da riempire attraverso i pastelli dei pensieri, i pennarelli delle parole, gli acquarelli delle emozioni, la pittura a olio delle scelte.
Un mondo in bianco e nero sarebbe il potere triste delle ombre.
Un mondo di effetti psichedelici sarebbe stordente e accecante.
Il colore invece è un suono spirituale dentro ogni forma che accanto a giorni, mesi, anni che non significano niente offre istanti che significano tutto e rivelano la verità.
Chi ti ama davvero, come Gesù Risorto, non ti vuole cambiare, ma vede le tue ombrosità e rimane ad aspettare la luce giusta che vince l’ombrosità dei fantasmi perché “il colore è vita”.